Il primo programmatore della storia: Ada Lovelace
È risaputo quanto il settore informatico sia appannaggio del genere maschile.
Oggi le aule universitarie di informatica parlano da sole. Basta guardare la proporzione di uomini che le popolano rispetto alle donne.
Ma, rullo di tamburi…
Contro ogni aspettativa, il primo programmatore della storia fu proprio una donna!
Hai mai sentito parlare di Ada Lovelace?
Oggi ti aiutiamo a conoscerla meglio.
Chi era Ada Lovelace?
Ada Lovelace, vero nome Augusta Ada Byron, è nata a Londra il 10 dicembre del 1815. Figlia d’arte, i genitori erano la matematica Anne Isabella Milbanke e il poeta Lord Byron. È stata colei che ha dato vita al primo linguaggio di programmazione, precursore di tutti quelli successivi che ancora oggi utilizziamo regolarmente.
L’importanza del lavoro di Ada lo percepiamo ogni volta che accendiamo un computer
Tutt’ora questi linguaggi sono molto complessi da capire per chi non è un addetto ai lavori.
Sono infatti diffuse la consulenza Java, i tutorial su Python, le guide su Javascript e la lista potrebbe continuare a lungo.
All’epoca, quella che veniva considerata semplicemente una donna, ha acceso la miccia che ha portato all’esplosione dell’informatica all’interno delle nostre vite.
È impressionante pensare a quanto tempo fa risalgano le origini degli strumenti che oggi utilizziamo come il pane quotidiano.
Ed è incredibile pensare a come Ada abbia sbaragliato tutta la concorrenza maschile.
Invece devi crederci, perché questa è la sua storia.
La vera storia di Ada Lovelace
Dobbiamo fare un passo indietro nel tempo e fermarci nella prima metà dell’800 tra carrozze, gonne voluminose e tinte color pastello.
I natali di una giovane donna ne avevano già segnato il destino.
Ada Lovelace è nata, infatti, dall’unione del poeta Lord Byron e del matematico Anabella Millbanke.
Due delle menti più brillanti della storia non potevano che dar vita a una creatura altrettanto straordinaria.
La madre, in particolare, insistette affinché la figlia studiasse matematica.
Come puoi immaginare, rappresentava una scelta del tutto anticonvenzionale in un mondo in cui al genere femminile erano riservate solamente “attività da donne” come l’arte e la letteratura.
Ad Ada fu quindi riservata un’istruzione che alla maggior parte delle donne dell’epoca veniva negata.
La svolta
Nella vita di tutti, prima o poi, arriva un incontro che cambia completamente le carte in tavola.
Per Ada Lovelace è accaduto nel 1833 quando, frequentando le aule di Cambridge, incontrò il professore di matematica dell’epoca. Niente poco di meno che Charles Babbage.
Oltre a insegnare all’università, Babbage era già un rinomato scienziato.
Quale incontro fortunato!
Il mondo lo ricorda per aver inventato il primo computer: il Difference Engine.
Era stato programmato per produrre tabelle matematiche in modo autonomo.
Babbage tuttavia non si accontentò di questo perché, quando conobbe Ada Lovelace, stava già lavorando ad un progetto ben più articolato: la macchina analitica, il primo vero computer caratterizzato da input e output.
Rimase molto colpito dalle abilità matematiche della donna, tanto da iniziare con lei una corrispondenza.
Diversi anni dopo, nel 1842, Babbage tenne una conferenza all’Università di Torino in cui spiegò le potenzialità della macchina che voleva creare.
Il primo a realizzare una trascrizione delle scoperte fu il matematico Luigi Menabrea ma, successivamente, fu chiesto proprio ad Ada Lovelace di occuparsi della divulgazione in lingua inglese.
Questa sfociò in un’opera pubblicata l’anno seguente.
Tuttavia, la mente geniale della donna non si limitò solo a questo.
La nascita del primo linguaggio di programmazione
Alla trascrizione della conferenza aggiunse le sue personali note riguardo alla macchina analitica e spiegò esattamente che comprendeva “una sequenza graduale di operazioni per risolvere alcuni problemi matematici”.
Si trovavano di fronte a quello che oggi chiameremmo un programma per computer.
Ada andò oltre quello che aveva visto Babbage e lo tradusse affinché tutto il mondo potesse capirlo.
Notò che la macchina poteva calcolare i numeri di Bernoulli e da qui passò oltre.
Capì che i numeri potevano essere utilizzati per rappresentare tantissime cose oltre alle quantità e che, se la macchina riusciva a processare i numeri, avrebbe potuto elaborare in modo autonomo qualunque cosa fosse composta proprio da numeri.
Fu l’intuizione cardine della Rivoluzione Industriale.
Probabilmente, se non fosse scomparsa in modo prematuro all’età di 36 anni, il primo vero computer sarebbe nato prima.
Invece si dovette aspettare la Seconda Guerra Mondiale.
Tutti i modi in cui viene ricordata Ada Lovelace
Ada viene ricordata per essere nata da una famiglia aristocratica e aver assunto un titolo nobiliare nel momento in cui sposò il barone William King, poi divenuto conte.
Ma ancora più valore ebbe il suo ruolo come pioniere dell’informatica.
Forse ora avremmo tecnologie ancora più avanzate di quelle che già possediamo, se avesse potuto continuare la sua brillante carriera.
Sfortunatamente, certe personalità non vengono ricordate adeguatamente rispetto al grande lavoro che hanno svolto.
Per questo è stata istituita una festa internazionale.
Il suo contributo nella creazione del mondo informatico che conosciamo oggi viene celebrato con l’Ada Lovelace Day il 13 ottobre.
È stato istituito per dimostrare il grande ruolo delle donne in ambiti che non erano considerati alla loro portata, ossia la scienza, l’ingegneria e la matematica.
L’informatica ai giorni nostri
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